Non servono molte parole per introdurre questo pezzo , una poesia più che una canzone .
Un dialogo appassionato con il dolore , compagno di vita , nemico giurato e poi perdonato dopo averlo sconfitto . Gli accenni alla biografia dell'autore non allontanano chi ascolta , anzi lo coinvolgono in una cronaca di guerra eterna tra la sofferenza profonda ed il bisogno , naturale , di restare aggrappati alla vita . In questo caso ciò che ci salva non è un dio che non esiste , ma il fatto di scrivere e la musica , gli amici , la famiglia , i sogni , le emozioni , la vita insomma è più forte del dolore. Resta lo spazio per esprimere una sorta di pietas per un sentimento che , per sua natura , è condannato alla solitudine di un 'errabonda esistenza nascosta , un sentimento che qui è raffigurato con dita da ragno e occhi come voragini di pianto .
Ho conosciuto il dolore
Ho conosciuto il dolore ,
di persona (s'intende ) ,
e lui mi ha conosciuto.
Siamo amici da sempre ,
io non l'ho mai perduto ,
lui tanto meno ;
che , anzi , si sente come
finito
se, per un giorno solo ,
non mi vede o non mi sente .
Ho conosciuto il dolore
e mi è sembrato ridicolo ,
quando gli dò di gomito ,
quando gli dico in faccia :
" Ma a chi vuoi far
paura? ".
Ho conosciuto il dolore:
ed era il figlio malato ,
la ragazza perduta
all'orizzonte ,
il sogno strozzato ,
l'indifferenza del mondo
alla fame,
alla povertà, alla vita.
Il brigante nell'angolo
nascosto, vigliacco, battuto
tumore .
Dio, che non c'era
e giurava di esserci, ah! se
giurava di esserci….
e non c'era .
Ho conosciuto il dolore
e l'ho preso a colpi di
canzoni e parole ,
per farlo tremare ,
per farlo impallidire ,
per farlo tornare
nell' angolo ,
così pieno di botte ,
così massacrato ,stordito , imballato ,
così sputtanato che , al
segnale del gong ,
saltò fuori dal ring e non
si fece mai più ,
mai più vedere .
Poi l'ho fermato in un bar,
che neanche lo conosceva la
gente...
l'ho fermato per dirgli :
"Con me non puoi
niente!".
Ho conosciuto il dolore
e ho avuto pietà di lui,
della sua solitudine,
delle sue dita da ragno ,
di essere condannato al suo
mestiere ,
condannato al suo dolore .
L'ho guardato negli occhi ,
che sono voragini e strappi
di sogni infranti , respiri
interrotti ,
ultime stelle di disperati
amanti .
"Ti vuoi fermare un
momento?" - gli ho chiesto -
"Insomma , vuoi smetterla di
nasconderti ? Ti vuoi sedere ?
Per una volta ascoltami !
Ascoltami
…. e non fiatare! ".
Hai fatto di tutto
per disarmarmi la vita
e non sai , non puoi sapere
che mi passi come un'ombra
sottile sfiorente ,
appena appena toccante ,
e non hai vie di uscita
perché , nel cuore appreso ,
in questo attendere ,
anche in un solo attimo ,
l'emozione di amici che
partono ,
figli che nascono ,
sogni che corrono nel mio
presente ,
io sono vivo
e tu , mio dolore ,
non conti un cazzo di niente!
Ti ho conosciuto , dolore , in
una notte di inverno ;
una di quelle notti che
assomigliano a un giorno .
Ma , in mezzo alle stelle
invisibili e spente ,
io sono un uomo
e tu
non
sei un cazzo di niente !