venerdì 29 giugno 2018

Dal mare al cuore : la Sentina di Porto d'Ascoli








C'è un vento da Nord stamani a San Benedetto del Tronto (AP), un vento robusto e risoluto, così il cielo pare fare a gara col mare a chi si spettina di più . Mi dirigo spedita, quasi sospinta direi, verso il luogo che vorrei raccontarvi. Ad accogliermi Sergio Trevisani, euro-progettista e dal 2009 Responsabile della Riserva della Sentina. Dopo pochi convenevoli e le presentazioni dei membri dello staff di volontari che gravita attorno a questo piccolo magico angolo di Camargue tra Porto d'Ascoli e Martinsicuro, iniziamo un'intensa chiaccherata seduti davanti all'antica Torre sul Porto, un edificio che dalla fine del Quattrocento presidia questo lembo di terra, essendo stata dapprima torre d'avvistamento per le imbarcazioni saracene, penitenziario poi e infine ora semplice casolare.







Parecchi sono gli intoppi che incontra il nostro ospite nello svolgere il suo non facile ruolo: burocrazia, mancanza di fondi, arretratezza culturale di una terra che ancora pare poco matura per comprendere il fascino di un ecosistema siffatto. Stiamo parlando di un'area della "Rete Natura 2000",formata da un insieme di piccoli stagni salmastri e da praterie salse retrodunali con associazioni vegetali altamente specializzate all'ambiente costiero e perciò del tutto peculiari. La zona comprende residui degli ecosistemi tipici delle coste basse e sabbiose, un tempo molto diffusi ma oggi di grande interesse essendo ormai rarissimi in tutto il litorale regionale, antropizzato in modo pressoché continuo; in particolare è l'unica testimonianza di ambiente palustre salmastro rimasta nelle Marche.





Come sa chi mi legge da più tempo, non sono certo una biologa o una forsennata ambientalista, nè tantomeno un'assidua birdwatcher . Ma vi assicuro che fare una passeggiata "consapevole" in questi luoghi dell'anima, dove il silenzio è interrotto solo dal vento, dalle onde o dal canto degli uccelli che qui transitano, fa tanto bene allo spirito .
Il sogno di Sergio, a quanto pare, sarebbe quello di farne un ' Area Marina e Costiera Protetta, coinvolgendo di più la parte costiera della riserva, in un dialogo costruttivo coi pescatori,in particolare quelli di vongole, per far sì che si spostino qualche centinaia di metri più a largo, avere magari anche un sempre maggiore appoggio da parte degli organi amministrativi, comunali, regionali . Quello che già avviene è portare le scolaresche in Sentina ( dopo aver preparato loro la strada con incontri frontali e introduzioni al visual census ) per assolvere al vero compito di un ambientalista: educare le nuove generazioni al rispetto, alla conoscenza , alla valorizzazione, all' amore per la natura, un amore che conduca all'autodeterminazione.





Ci sono nuove sfide all'orizzonte, l'arretramento costiero erode pezzi sempre più vasti di arenile; le testuggini palustri riterranno idoneo questo sito per farvi nascere la prole? Si riuscirà a trasmettere ad un bimbo che l'airone bianco non si alza in volo ovunque? La fortuna di poter girare in bicicletta dove fino a qualche anno fa erano i cacciatori di anatre a spartirsi il territorio...,la possibilità di sapere che esiste un'alternativa al turismo industriale e che - vivaddio! - San Benedetto non è solo palme e chalet.
Volete mettere l'emozione di trovarsi all'alba, diciamo un 21 giugno qualunque ed assaporare un concerto in riva al mare, mentre vi godete lo spettacolo del sole che sorge nel giorno del suo più lungo turno?
Qui in Sentina si può fare, anche grazie a Sergio e alla sua équipe .
https://youtu.be/XFbmUuUpuPc









venerdì 22 giugno 2018

Perchè scrivere ?

Parlo di me , come sempre . Il mio rapporto con la pagina bianca è iniziato naturalmente leggendo:  Zanna bianca, La piccola Fadette , letture delle medie. O forse no, è iniziato ascoltando.  Prima le fiabe sonore con il mio portatile giradischi arancione : Il gatto con gli stivali, il soldatino di piombo, la piccola guardiana delle oche. C'erano parole e musica , le mie due grandi passioni. Dall'ascolto passai al desiderio , all'urgenza , al divertimento di scrivere io stessa, proprio per il gusto di rileggere il frutto del mio lavoro . Come un contadino che assaggia per primo il suo vino. Mi ricordo di un
lavoro di gruppo in seconda media , ci vedevamo a casa del Chiella in via Bramante per inventare una storia fantastica ed è inutile dirvi che il novantanove per cento delle idee provenivano dal mio cervello avido . Alla fine montai un racconto su una bambina che viaggiava per l'universo a bordo di un'astronave a forma di matitona esplorando pianeti monocromatici per poi approdare alla meta finale : il pianeta arcobaleno. Già ero matura per andare oltre il consueto , un po' più a fondo della maggiorparte delle mie coetanee immerse più di me nella scelta di vestiti ,trucchi , pettinature e tutto ciò che poteva farle sentire sempre meno bambine.Io stavo aggrappata alla mia ingenuità come un granchio allo scoglio , non ero pronta a fare il salto , odiavo le mie nuove tette sporgenti , il ciclo che vivevo come un'onta ingiustificata , gli sguardi sempre più invadenti del maschio .
Ero già problematica ma inoffensiva , chiedevo solamente che non mi rompessero più di tanto , avevo un gran bel da fare nella mia testa che proprio non riuscivo a canalizzare il flusso dei pensieri nuovi e sempre più ingombranti . Una diga naturale ( la mia immaturità suppongo) impediva loro di esplodere e lasciarmi libera o almeno più leggera. Se considerate che le mie letture estive in terza media si sono basate su Italo Svevo ( La coscienza di Zeno, Senilità ) potete farvi un quadro di quanto in salita poteva andare la mia vita sociale. Unica distrazione : il tennis , che praticavo senza troppa trance agonistica ma con un sano piacere di migliorarmi in uno sport che mi pareva fatto apposta per me : la giusta via di mezzo tra corpo e cervello ( nel mio caso prevaleva il secondo, ma ci stavo lavorando…). Il contesto poi era spaziale : Tennis Club Milano , anni ottanta … la crème de la crème ! Ho visto più snob in quel periodo che in tutti gli anni successivi … però mi è servito come allenamento : approdare al Liceo Classico Beccaria non fu una passeggiata per una come me . O forse sì , non so : la mia mente fu da subito offuscata dalla bellezza algida  e perfetta ai miei occhi inesperti del mio compagno di classe , un adone di un metro e novanta con una nonna simpaticissima. Ci persi il sonno con lui , ma non la verginità purtroppo. Anzi , non mi diede mai nemmeno un bacetto bollandomi come amica punto e basta e inaugurando così la triste lista degli amori sfigati di Barbara.
Pazienza, rivederlo anni fa ad una cena di ex alunni mi ha fatto capire quanto davvero fossi poco pratica di uomini , sempre un bel fustacchione non c'è che dire , ma niente per cui valesse la pena di elargire tutte quelle lacrime. Un merito però questo amore platonico a senso unico ce l'ebbe e pure pesante ,visto che sono ancora qui a scrivere dopo più di vent'anni .
L' "Ode ad Andrea Grassi" fu infatti la mia prima composizione ufficiale , una roba sdolcinata , con un lessico arcaico , ma la struttura c'era e anche la passione . Bingo! Non mi fece più tanto male da allora vederlo tutti i santi giorni , sentire dalla sua suadente voce di basso ( le professoresse lo sceglievano sempre come lettore di classe, le simpaticone !) le più belle poesie di Leopardi , Saffo , i sublimi versi di Dante ; avevo scisso l'ideale dal particolare , preso ciò che mi serviva per lavorare e gettato gli scarti . Spietata e fredda come mai ero stata . Da qui in poi amore e scrittura iniziarono a procedere su binari paralleli : non troverete mai la verità nei miei versi nemmeno a scavare per un secolo. Ciò che ho di più prezioso non finirà su un foglio …
e come disse la grandissima Alda Merini ( il mio mito immortale ) :

"Più bella della poesia è stata la mia vita".

martedì 19 giugno 2018

La cicala

La cicala canta solo
per amore e spicca il volo.
Una sera o forse tre
terrà sveglio anche te .

Un richiamo di passione ,
non per gioco o distrazione ,
è questione seria assai :
canta o ti estinguerai .

Canta forte che ti senta ,
su spalanca le tue porte ,
cuore mio non ti spaventa
oramai neanche la morte .

Nel silenzio della notte
sto in ascolto e il mio dolore ,
anche se con l'ossa rotte ,
sta a pensarti ore e ore …

Perché non passa giorno ,
da te parto e torno ,
e non mi accorgo più
che io divenne tu .



giovedì 7 giugno 2018

Ode alla lentezza

Cara dolce mia indolenza
che mi salvi dalle mode,
dal frenetico che rode
se gli dai la precedenza.

Passa pure amico mio ,
non curarti se rallento,
ho capito già da tempo
come sono fatta io .

Mi scanso , passo la mano
evito sempre le liti :
visto? Ci siamo capiti
anche se parli più piano.

Rozza e pacchiana è la fretta ,
dea di mercanti e ladroni ,
eppure di tanti coglioni
cui la creanza difetta .

Pigra son stata da sempre ,
lenta a capire e ritrosa .
Ora m'è dolce la cosa
dell'andar contro corrente .

Quindi di notte mi attivo ,
quando la gente riposa ,
sola mi beo e sì scrivo
che 'l core mio più non posa .

domenica 3 giugno 2018

Scala irreale

Ghiaccio di vetro fra noi ,
gocce di sale seccate ,
ditemi voi come fate
a fingere d'essere eroi .

Un matrimonio corroso ,
egli al mattino già stanco ,
forse l'eterno riposo
lo salverà o forse manco .

Vero che tutto mi fugge ,
taglio capelli e speranze ,
nuda mi guardo da lunge ,
chi abiterà le mie stanze ?

S'ode laggiù un menestrello ,
chiama gridando in silenzio ,
lui pure giace , fratello ,
orbo di speme e sì bello .

Ora non posso che stare ,
ora bisogna riempire ,
solco profondo m'appare ,
grida la voglia di uscire .

Fuori si vive con gioia ,
fuori la grinta o la gogna ,
sbatto la testa nel muro
lui crolla , io la duro .

Ammantata di luna
mi perdo a cercare
la vera fortuna ,
la mia scala irreale .

venerdì 1 giugno 2018

" Danny Low " - Cap.1

Il cowboy aveva fretta , si tolse la maglia inzuppata di sangue non suo e si buttò sotto una doccia gelida. Doveva pensare e farlo velocemente , uno stupido sbaglio , un  banale errore e sarebbe andato tutto all'aria . Perché lei si era fatta viva proprio ora ? Cosa la spaventava tanto da farle perdere l'abituale prudenza per cui lui l'aveva sempre apprezzata ? Sembrava ancora più sexy quando il terrore l'assaliva , rendendole le guance ed il petto rossi e caldi . Non si vedevano da un po' e di certo quello era il momento meno adatto per ricucire il rapporto. Aveva appena dovuto liberarsi di uno scagnozzo di Jack-dita di ragno e la cosa si era fatta più complicata di quanto avesse preventivato. Lo stronzo si era impigliato con il giubbino in una roccia che spuntava nel canale e così si era dovuto affrettare a disincastrarlo prima che albeggiasse. Pesava anche da vivo quel maiale , in più perdeva sangue da ogni fottutissimo buco, neanche avesse usato i dum dum calibro 45 !
Immerso nei suoi piani non si era accorto che lei era entrata in bagno e si stava spogliando . Il vetro della doccia le restituiva l'immagine del suo Danny , bello e dannato , due spalle da rugby e tutto il resto al posto giusto . Aveva così voglia di lui che si infilò sotto il getto d'acqua senza nemmeno togliersi la gonna . Naturalmente non era il momento , di sicuro non c'era tempo , palesemente ne avevano entrambi un bisogno assoluto e non ci fu nulla da fare o da dire .
" Hai una macchia di sangue dietro l'orecchio , vuoi che la lecchi ? ". Sempre la solita porca , non si smentiva mai .
" Mettiti questi , che è tardi , cristo !" disse Danny tirandole dei jeans di dieci anni prima .
I due uscirono che il sole era appena sbucato da dietro la facciata del palazzo liberty , li colpì un raggio poco prima che s'infilassero all'unisono gli occhiali da sole , salendo sull'auto di lei . Danny mise in moto , le prese il mento fra il pollice e l'indice e le chiese :" Pronta ? ".
Lei sorrise per quel gesto così familiare e rispose sarcasticamente : " Con te non lo sono mai abbastanza , ma adesso parti o siamo fottuti sul serio ! ".
L'alba di un nuovo giorno , una scommessa aperta e , per due come loro , l'ennesima folle sfida  .

Arriverà l'autunno

  Arriverà l'autunno, con le piogge e i suoi odori ed io ti avrò scordato. Perché mi attraversasti il cuore in lungo e in largo, senza a...