venerdì 29 marzo 2019

Il mondo va...

Caro mio mi fai pena,
tanta che non ti vedo,
se reciti la scena
lo sai che non ti credo.

Il mondo va a puttane,
ma non ci prova gusto.
Tu chatti da stamane,
io me ne andrei da Busto.

Non è soltanto rabbia
o cieca frustrazione,
è il tempo che m'ingabbia
e non c'è soluzione.

Io parlo con un sordo,
io sbatto sempre al muro.
Sei tu che sei sì tordo
o 'l cranio mio sì duro?

Oh!Nescio e patisco,
come diceva il Gaio.
Seppure m'intristisco,
non è poi un grosso guaio.

La penna mi solleva,
alzo di nuovo il braccio.
Parole mi fan leva
e non son più uno straccio.

venerdì 22 marzo 2019

Un rasta a Costa Hutz


In un'alba di città qualche giorno fa,un folletto dei monti ( un Twergi per l'esattezza ) mi venne a svegliare e mi condusse a Costa Hutz.
Per chi non fosse pratico di leggende alpine e di viaggi magici, sappiate solo che dopo Baceno andando verso l'Alpe Devero (VB) troverete dei monti scoscesi che paiono venirti incontro ,talmente scendono ripidi.


Il richiamo dei monti lo sentivo da tempo,invano zittito dal rombo di Suv che sfrecciano tronfi e arroganti come pavoni di lamiera.
Il Twergi credo abbia udito il lamento di un essere umano in cerca di pace,di un angolo di paradiso,di un'oasi di serenità e così mi ha portato a camminare lungo un sentiero tra i boschi.


Alla nostra sinistra pareti di granito venate di rivoli zampillanti di gelida acqua,alla nostra destra e a perdifiato la vallata e più su le cime spruzzate di neve marzolina.


Non siamo altissimi , circa 1300 mt,ma già si respira tutta un'altra aria.L'animo si ritempra , nello sforzo della camminata e dimentica per un pò le preoccupazioni quotidiane.Il sottofondo della cascata poco distante ci rilassa ulteriormente ,con il suo ritmo naturale e la presenza rassicurante del fluido vitale.



Davanti al cartello in legno con scritto "Costa Hutz" il Twergi mi stringe la mano e si congeda,non prima di avermi indicato un puntino colorato a qualche centinaio di metri da noi, un puntino in rapido movimento.



Potevo scorgere solo una massa di capelli al vento, lunghi e nodosi come cime di un veliero e una giacca verde mela.
Alessandro ha vissuto fra queste montagne facendo probabilmente ciò che fecero i walser (letteralmente "valligiani") secoli fa, quando si trasferirono dalla Germania per colonizzare queste impervie alture.


Il rasta mi porta a conoscere la casa d'alpeggio dove ha trascorso diversi mesi e che , a giudicare già dalla ciclopica chiave in ferro battuto , potrebbe essere vecchia più d'un secolo.


La pietra ollare si allea col legno di larice ( sapientemente reso impermeabile grazie al riciclo dell'olio di cucina ) per creare costruzioni in perfetta simbiosi paesaggistica.La pietra mi attrae profondamente,è liscia perloppiù e di un grigio di differenti sfumature.Se ti ci siedi al sole puoi percepire il calore che ha catturato.Calore che rilascia anche al cibo che sopra di essa puoi arrostire, costruendoti per esempio delle fornaci ( come in Minecraft in modalità sopravvivenza - per i più tecnologici ! ).


Il pavimento ed il soffitto in legno,la finestra con vista da urlo sui monti fanno subito pensare alla malga del nonno di Heidi.Ci sono due camini in pietra grezza,uno a sinistra e l'altro a destra dell'ingresso.Oggetti antichi ci raccontano delle attività che si svolgevano qui.Il legno onnipresente e la quasi totale assenza di plastica rendono unico ogni mestolo,ogni arnese per la lavorazione del formaggio,ogni cesto per battere i cereali.Noto una rastrelliera appesa per la conservazione delle pagnotte di pane, una dispensa scavata nel muro e il camino con la pentola di ferro con l'asse basculante per rimestare la polenta ... 


L'acqua arriva a potenza di rafting direttamente dalla sorgente al rubinetto e - inutile a dirsi- è freschissima e purissima.




Pare che capre,caprioli e cervi di notte amino passeggiare sui tetti delle case qui ed immagino come possa essere trovarsi a lume di candela nell'atmosfera alpestre quando intorno tutto è natura selvatica ,senza l'ombra di un sapiens .







Chiedo al mio ospite come si vive fuori dalla civiltà,senza luce e senza molte comodità e lui mi parla di un'esistenza certamente dura : trasportare anche solo un comodino fin lì può diventare un'impresa ercùlea. Allora si impara a costruirsi da sè i mobili, a coltivare i legumi e i cereali, a fare il pane, a sotterrare le patate perchè si conservino, a far seccare la frutta o ad inventarsi il wc con una sedia bucata. Per farti gli affari del vicino più vicino serve un binocolo professionale. Se dovessi sentirti male occorre che impari a calarti con le funi giù dal versante fino a valle.Resti di scheletri di animali ci ricordano che scivolare è molto più facile di quanto si pensi e ...  sì  : in questo paese può capitare di vedere gli asini che volano...  e le mucche anche! Li imbragano per portarli via in elicottero in casi di emergenza.





Asini volanti a parte, la magia di questo luogo la si può vivere semplicemente mettendosi "in ascolto" . Alle narici ti arrivano profumi di erbe aromatiche selvatiche : rosmarino, timo, origano, ginepro. Gli occhi sono coccolati dalla maestosa rassicurante presenza delle cime rocciose. Cammini tra violette selvatiche e preziosissimi escrementi di ovino .Ti può capitare di imbatterti in una roccia apparentemente anonima e che diede rifugio ad un partigiano. Soffermandoti a guardare la cavità nascosta puoi immaginare dove fosse il suo giaciglio e ritornare per un attimo a quei tempi epici e difficili quando nascondersi poteva essere l'unico modo di sopravvivere.


Dunque ,perchè venire qui , a Costa Hutz ?
Il Twergi  me lo ha rivelato lasciandomi nel palmo della mano un pezzetto di lichene.Tu che leggi questa breve storia forse la dimenticherai presto , oppure sedimenterà in te come la voce delle montagne che ti chiamano per ricordarti che non sei sempre stato una ruotina dell'ingranaggio feroce che ti vede nascere,lavorare,consumare e morire.Sei un essere umano,fai parte di un organismo più grande di te e più antico,più saggio ed autentico.Abbiamo bisogno di sentirci piccoli innanzi alla vastità del Pianeta che si manifesta a noi e ci sveglia dal torpore di un'esistenza sempre più virtuale,fin troppo comoda e spesso sintetica.
C'è una voce in noi,seguiamola più spesso che possiamo: il ritmo della natura,il ciclo delle stagioni,il rispetto per la vita.Troviamo il tempo per noi stessi , nell'ascolto dell'energia che giace come brace nella parte più "sana" dell'uomo.
Parafrasando il Mahatma Gandhi ... una voce antica come le montagne.



Per info su Costa Hutz e su soggiorni estivi  detox/sopravvivenza/avventura/autosufficienza 
Alessandro ( silvestrialessandro@live.it )





giovedì 14 marzo 2019

News: prossimamente su questo sito un'intervista "selvaggia"... si può vivere oggi senza le comodità a cui siamo avvezzi ? ... restate nei paraggi e lo saprete.M'inerpicherò tipo capretta sui monti e tra asperità inaudite per raccontarvi di un musicista rasta e delle sue strategie di sopravvivenza lontano dalla " civiltà ". (Se tornerò indietro , s'intende …!).

mercoledì 13 marzo 2019

vrooooooooom!


La donna-cracker (8marzo2019)

" Ehi , stìrami la camicia ! "
" Donna , dov'è la giacca blu? "
" Dove vai, con CHI esci? "
… Tieni gli occhi bassi,
non comandi mica te.
Comando IO  e se pensi
di contare qualcosa è
perché IO te lo faccio credere:
stupida , come sei stupida !
Solo quel che hai tra le cosce
m'interessa ( forse anche le tette ) .
Ma non vali niente:
sei un trastullo , un giocattolo ,
un soprammobile che
ho scelto e comprato IO!
E se mi lasci,
bocconcino MIO,
se mi lasci per un altro ...
ti metto quella testolina
di cazzo sotto spirito !
Sei MIA .
E questo è quanto .
Puoi lavorare ,
sgobbare come un'asina
per me e per i mocciosi ,
puoi fare ciò che vuoi :
sei "libera" ,
in fondo .
Ma prova a lasciarmi ,
a trovarti un altro;
provaci : vacca senza speranza!
E ti sbriciolo come un cracker.


lunedì 4 marzo 2019

Report n.6

E' un po' che non ci sentiamo, Astronave Madre .
Non che sia successo un granchè ultimamente.
Semplicemente non avevo novità da riferire,nè sul genere umano in generale , né su di me.
In realtà questa forma in cui mi avete costretto a vivere inizia a stancarsi e a stancarmi.
Rughe,capelli bianchi,chili di troppo e dolori di varia natura sono in agguato da mesi.
I più abbienti pongono rimedio con la chirurgia plastica e sedute di fisioterapia, ginnastica,palestra,piscina,dietologi,agopuntura,massaggi,fanghi,cure termali,droghe.
Il restante 90 per cento del mondo invecchia,punto.
La visione della vita sta mutando insieme al mio corpo.
Ho bisogno,profondamente bisogno,di cambiare modo di esistere.Non mi sta più bene nulla di ciò che mi circonda quotidianamente: il cemento , le auto , il cibo di plastica avvolto in confezioni di plastica , l'acqua che devi comprare perché dal rubinetto chissà cosa esce,frutta e verdura insapore a prezzi stellari,il vuoto negli occhi degli altri esseri umani.
Il vuoto o la pienezza di sé.
Impossibile quasi trovare contatti.
Pare che la pazzia o l'auto-isolamento siano le uniche soluzioni per chi "apre gli occhi".
Pare esistano nascenti micro-comunità di "uomini nuovi".
Andrò a cercarli , Astronave Madre, e riferirò .
Per ora passo e chiudo,Yamman.
P.S. = Non ho perso la speranza , ho forse sperato troppo.

sabato 2 marzo 2019

Come le api col miele

Ti sei posato su di me,
come fosse semplice,
hai reso dolce il respiro,
di sbieco la notte ammiro.

Sei sparito sulla scia,
una feroce melodia,
ti accompagna sempre,
voce di canto silente.

Come le api col miele,
come le api col miele.

Il gabbiano che aspetta
da lontano la scelta,
lo sforzo di pensare
che sia tutto normale.

Sono a prua d'un regno,
lo vedo, mi pare , con sdegno.
Resto ancorata alla vita,
un' ultima volta tradita.

Come le api col miele,
come le api col miele.

Lascio solo un caro,
vecchio amico muto.
Cuore di iena amaro,
triste sfocato saluto.

Arriverà l'autunno

  Arriverà l'autunno, con le piogge e i suoi odori ed io ti avrò scordato. Perché mi attraversasti il cuore in lungo e in largo, senza a...