Ho urlato sola un nome,
il nome tuo segreto.
Sei tu preso così,
tra due sillabe gentili.
La notte col suo gelo,
il mondo allucinato,
un film muto,
un romanzo giallo
ed io con la gola
amara ancora
vuota di te.
Ho urlato sola un nome,
il nome tuo segreto.
Sei tu preso così,
tra due sillabe gentili.
La notte col suo gelo,
il mondo allucinato,
un film muto,
un romanzo giallo
ed io con la gola
amara ancora
vuota di te.
Tu sei un aquilone perso,
il filo di pensieri sconci,
un vicolo cieco dell'anima.
Tu sei quello che vorrei,
se fossi uomo, essere.
Tu hai capito la sete,
ne nutrivi le ragioni.
Ti lascio andare: che
pena vederti fuggire
via per sempre, lontano
da queste inutili dita.
Il tuo volo mi paga
in attimi di serene
lacrime e c'è altro.
Un diverso piacere,
al di là dei corpi.
Un sentire di pieno spirito.
Ne sono entrata appena
e già tutto è cambiato.
Guarda i miei occhi:
ora splendono, sono
gocce di infinito.
Come pioggia sulla sabbia
e muro contro il naso.
Insieme benedizione
e perenne condanna.
L'elastico si tende,
il cuore tiene il tempo.
Ancora per quanto?
Per chi ancora?
La pavida scelta
ti rende mistero
e ombre che danzano
ci belano intorno.
Sento le loro voci
eppure ne ho noia.
Vorrei che questa
semplice, tenera,
gonfia di sangue
e battiti, vera...
fosse vita.
Perché lo faremo, amore?
Perché...lo faremo, vero?
Aspetterò tanto da
diventar più pazza,
fino a consumarmi
occhi e labbra,
così da non sentir
altro che l'attesa.
Noi senza il mondo,
fuori dal tempo,
in una sfera d'ovatta.
E sarà così facile
riconoscerci che
certo ne piangeremo.
Meritiamo, sai,
una briciola sana,
un angolo arcano
di gioia bambina.
Giochi d'amore,
l'anima che finalmente
ride!
Perché con te mi viene
di farlo.
Insieme a me puoi
cadere, che tanto ti
prendo sempre.
Amo le tue discese,
ti amo senza difese.
Amo pure me
se ci sei tu.
Mi amo meglio,
più forte.
Lo faremo e
basta.
Nel mondo che vorrei,
compromessi mai e poi mai.
Se fosse tutto così semplice,
sarebbe ancora bello com'è?
Non posso, non voglio,
perché a volte pare che . . .
Dal nero diventi luce,
che sei la luce del nero.
Dal nero diventi luce,
la luce del nero sei.
E il mondo gira
tra maschere e clowns.
Rulli di tamburo
e pisciate sul muro.
Ma se so che ci sei,
mi va bene così.
Poi mi prendi le mani
e so che rimani.
L'anello non scorre
e il sangue ribolle.
Non ti guardo negli occhi,
sennò mi fotti e . . .
Dal nero diventi luce,
che sei la luce del nero.
Dal nero diventi luce,
la luce del nero sei.
Correresti con me? Anche se ti rallentassi, anche senza meta, anche se ti chiederò di non fermarti mai, a costo di piangere dal male ?
La mia corsa è tutto, ma sarebbe bello per una volta correre insieme.
Essere in due.
Una chimera che inseguo da sempre.
Banalizzare è facile, ma inutile.
Con te, solo con te, lo farei.
Dividere la strada, le prove, tentativi di sabotaggio e tutto il resto.
È da un pó che ti osservo, non hai sbagliato un incrocio, un'inflessione, uno sguardo.
Vai benissimo così come sei.
Se solo avessi il coraggio di saltare!
Correre insieme per non morire in un circolo chiuso e lento, preformato e sempre uguale in cui ci si addormenta.
Ascolterai queste mie suppliche chiare, piane, svincolate dai ceppi della metrica e rivolte unicamente a te?
O ti farai ingannare da quella insana voglia di normalità?
Ti prego, dimmi che hai ancora quelle parole,che sei sempre dentro di esse, che non le hai tradite.
Ho davanti agli occhi i tuoi, ciò che scorgo mi turba: ti stai spegnendo, come lume consunto e non si puó assistere inermi a tanto dolore inespresso!
Appóggiati a me, fidandoti finalmente della mia anima che, a spasso col tuo timore, non ha saputo allontanarsi mai.
Tu non mi arrivi
e ne ho conosciuti, sai?
Va bene per un pó
poi, semplicemente,
non mi arrivi.
Né tu così puro.
Né lui tanto confuso.
O l'alternativo primitivo.
L'assicuratore evoluto.
Il timido forzato.
La mente lucida,
la lurida canaglia,
il medio statistico,
l'artista che ha perso il cuore.
Il cardiologo di fama,
la star del tennis,
il curato,
il postino,
il diavolo in persona...
La faccia di stasera ti parla
di una donna in fuga da voi,
chiunque siate.
Trovan gli squilibrati un metodo
Tenersi tutto dentro al limite
E finger d'esser vivi .
Arrivò a immaginarne la lapide
Solo in sogno ogni tanto ammise
Quel desiderio ardente e matto
O davanti allo specchio simile
Ad un confuso amico distratto
Uno di quelli che ti cercano
Ancora oggi come ieri
Per sentirsi parte attiva
Di questa pièce infernale
Eterna sete di quel che giace
Tra le briciole perdute
Voce morta in un sentiero
Truce di tramonti lunari .
E poi si dice che rende liberi
Amare un'idea, e fu così .
Fo una pagnotta di questo cuore,
l'avvolgo e lo lancio lí dove sei.
Solo, perso e pesante come noi,
non mi serve più e non lo voglio.
Conosci il dolore, lo abiti.
Fratello mia voce, come stai?
Vorrei poggiarti questi versi
in grembo, tessuti per starti
accanto, come io non posso.
Una carezza, lieve tocco
di polpastrelli che corrono.
Si tornerà a cantare,
nelle serate allunate.
L' universo e le sue regole,
le cicatrici che c'impone
a fuoco impresse più volte,
il ghigno di un satiro,
caos e splendida vita.
Ma niente lui sfiora,
un destino che insegui
lo rese eterno fanciullo.
Può contare su noi due,
non lo lasceremo mai,
in un angolo.
"É un mondo che non è il mio".
Un amico mi dice stanco
e mi convince all'esilio interiore.
Ancora di più, ancora più a fondo.
Escludo tutti perché non-umani,
io unica, ormai, vicina alle stelle.
Non posso, non voglio, non ci tengo
ad essere come tu m'immagini.
Sempre gabbie di stereotipi
ed io che annaspo nel grigio,
cercando ossigeno in un orizzonte.
Ti imploro di scuoterti,
sveglia, partiamo!
Ma taci o meglio mi taci.
Sono bambina per te,
tu ai miei occhi appari, con loro,
uno zombie senza speranza.
Na na na na na
Na na na na na
Arriva la fitta che so
Conosci l'effetto di un no
Altri si arrendono io boh!
Calmati calmami non piangere
Prendi tempo o vattene
Sai che ho una pistola
E non ti rispondo ancora
Perché mi fai sempre paura
Attenta non c'è la sicura
Se corri mi viene voglia
Stammi dietro suda
Un cane e la sua coda
La casa in fondo al viale
La luna e la tua pelle
Fai la brava,molla
Se sbagli rima t'ammazzo
Scrivi come fosse un sasso
Giurami che tremi per me
Fallo diventare grande
Questo fottuto amore.
E se avessi il vuoto
dei versi di colpo?
E se non arrivasse più
l'onda amica che tutto
spazza via e libera?
E se le fitte fossero
alfine più forti di me?
Se perdessi la memoria
di ciò che ero
e che resta tutto
ciò che sono?
E se smettessi
di avere paura
e accettassi solo
che si va a morire?
E se morissi
prima di averti detto?
Che t'amo
che sei mio
che vederti piangere
è stato così bello
che se fossi un pittore
ti avrei ritratto
invece di scriverne...
Che le parole son solo
lettere che s'inseguono
sperando di non trovarsi mai
e scappano di nuovo.
Duole l'anima e molto
si contorce il corpo,
una fatica disperata
assale al mattino,
morbo che mi accompagni
dove ti seguirò? Per quanto?
Silenzio, segreto immenso
spengo il dolore e
non me ne pento,
che è bello sentirsi vivi in esso!
Lascio le risa false,
gli amori tristi e persi,
le lunghe passeggiate
nei vicoli dei folli.
Curiosa ero come cieca,
non sapere o far finta
di dover pagare tutto poi.
Occhi che famelici
scrutavate l'altro,
il diverso, il mostro,
l'aguzzino...
Ora restate chiusi e
taciuti i labbri serrate
pensieri che spingevano
oggi fermano cime tese.
La nave mia s'incaglia
e dolce mi pare
il porto asciutto.
Brucia e non te lo vuol dire,
perché tu sei di una e lei di nessuno.
Prova a dare un senso,
a scavare nel vulcano
e trova solo fumo
che accieca e vaneggia.
Non la paura si teme
non l'esilio volontario.
L'oblio del desiderio
la mancanza, l'abbandono.
Sogni che vorticano
su quel tetro cranio.
Deserto di parole, vedi?
Ascolti una musica
e l'eco risuona languida,
ma lei vuole lui:
carne sangue uomo!
Il resto ai polli
e chi si arrende
non ci serve,
non più.
Arriverà l'autunno, con le piogge e i suoi odori ed io ti avrò scordato. Perché mi attraversasti il cuore in lungo e in largo, senza a...