Duole l'anima e molto
si contorce il corpo,
una fatica disperata
assale al mattino,
morbo che mi accompagni
dove ti seguirò? Per quanto?
Silenzio, segreto immenso
spengo il dolore e
non me ne pento,
che è bello sentirsi vivi in esso!
Lascio le risa false,
gli amori tristi e persi,
le lunghe passeggiate
nei vicoli dei folli.
Curiosa ero come cieca,
non sapere o far finta
di dover pagare tutto poi.
Occhi che famelici
scrutavate l'altro,
il diverso, il mostro,
l'aguzzino...
Ora restate chiusi e
taciuti i labbri serrate
pensieri che spingevano
oggi fermano cime tese.
La nave mia s'incaglia
e dolce mi pare
il porto asciutto.
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