L'aria era frizzante quella mattina , fuori già tagliavano l'erba che spandeva intorno odore di insalata fresca e di pomodori passati. Non aveva ancora pienamente realizzato di essere sveglia e non era più completamente addormentata. Le piaceva trovarsi in quel limbo , in quella terra di nessuno dove si sentiva al riparo dai sogni e dal mondo , sospesa , in bilico : perfetto.
Fu lo specchio a riportarla bruscamente nell' hic et nunc. L'immagine riflessa non la convinceva in pieno : va bene l'aria stropicciata , i movimenti lenti e goffi , la bocca impastata ancora della grappa barricata della notte prima… ma c'era altro . Qualcosa che la disturbava nel suo viso , sulla sua testa precisamente . Guardando con più attenzione si focalizzò sulla sommità del capo, dove i capelli a quell'ora dovrebbero essere più arruffati che mai c'era un vuoto , una zona asimmetrica, un buco per dirla tutta . Diamine, erano capelli tagliati , una ciocca di capelli mozzata proprio in cima , sul cucuzzolo del cranio! Ma chi , ma come , ma perché e soprattutto ma quando ?
Non riusciva a credere di essere andata a letto integra e di essersi svegliata così … spelacchiata. Gli amici a cena non le avevano fatto notare nulla , né del resto Giacomo dopo , a casa , si era accorto di quel pennacchio sparuto che emergeva così sfrontato e ridicolo. Non avevano bevuto eccessivamente , né parlato di argomenti talmente intensi da giustificare una tale disattenzione. Non era successo niente di che , in effetti , non aveva incontrato nessuno di particolare … ma allora ? Possibile che di notte qualche individuo affetto da strane manie si fosse intrufolato in casa con lo scopo di prenderle una ciocca di capelli ? Non sapeva più cosa pensare e si sentiva disperata per una circostanza apparentemente banale, ma che continuava a divorarla come un tarlo …
Poi si ricordò di aver letto un articolo qualche mese prima , un fatto di cronaca , la solita donna ammazzata dall' ex , robe ormai di routine , cose che - diciamocelo - non ci fanno più né caldo né freddo… ecco in quel pezzo si parlava di feticismo dei capelli . Cercando di fare mente locale , come si dice , le pareva di rammentare che trovarono diverse ciocche di capelli di donna a casa dell'assassino, sistemate , quasi catalogate e gelosamente custodite . Dissero che era sua abitudine salire sui mezzi pubblici, munito di forbici, per svolgere quell'ossessiva pratica .
Però non ci era salita ieri sui mezzi , né negli ultimi due-tre giorni. Tra l'altro era stata dalla parrucchiera l'altro ieri ; la Daria glielo avrebbe detto se avesse notato quella voragine !
No , doveva aver per forza incrociato qualcuno che non si sa come le aveva fatto il servizietto … Mentre si versava il caffè nella tazzina cercando di rimuginare su questi pensieri poco chiari , squillò il fisso e andò a rispondere svogliatamente.
" Pronto , Lorenza Adorno ?"- una voce imbarazzata e secca dall'altro capo del telefono la stava cercando in un orario parecchio insolito per non dire inopportuno .
"Si, sono io." - pausa di mezzo minuto. Conoscendosi, le sarebbe ben presto sfuggito un " Chi minchia sei ,tu ?" invece per fortuna lui continuò :
" Mi chiamo Andrea Ravizza , mi ha dato il suo numero la segretaria del Direttore. Scusi tanto l'orario, ma ho un volo tra due minuti e avevo una certa urgenza … "- qui il tono si fece di colpo angosciato .
" Si figuri , mi dica allora …" - già lo vedeva a terra con la carta d'imbarco in mano ...
" Ecco, le volevo dire Lorenza, che io so chi è stato."- tac. Tu -tu- tu- tuuuuuuuuuuuuuu .
Il caffè le rimase in un non meglio precisato luogo tra la faringe e l'esofago … insieme alla sottile sensazione di essere scivolata , suo malgrado , nell'ennesima situazione del cazzo.