lunedì 17 giugno 2019

In cerca del diavolo

Due corvi davanti a me ,
un piccione divorato ,
anni sfuggiti male ,
carogne sulle spalle ,
ossa diroccate e molli .
Questo corpo mi lascia ;
senza , sono un'ombra
tra corpi di plastica .
Guardo ancora lontano ,
i piedi cementati ,
sogno sempre di più ,
mi rannicchio in esso .
Dormo per non vivere ,
lascio il mio biglietto
a chi vorrà correre ,
saltare gli ostacoli …
io se riesco a camminare
oggi sono già felice .
Non mi guardare più ,
già più non m' ascolti .
Séguita così fino a che
scomparirò e con me
le mie inutili parole .
Un soffio lieve ,
una spinta e giù ,
nel burrone a vedere
come la morte è .
La nascita non ricordo
e vado in cerca del
diavolo per offrirgli
questo cuore codardo .

5 commenti:

  1. Triste … si , in fondo c'è un velo di tristezza nella consapevolezza di essere mortali e fallibili . Ma che palle sarebbe l'eterna felicità!

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  2. La morte in vita, per me, è quella veramente triste. Nelle tue parole ho provato, più che altro, il fallimento e non la morte, per questo ho messo la parola triste. Sono d'accordo con te quando dici che palle sarebbe l'eterna felicità.

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  3. Calcola che le mie poesie nascono di getto e vattelapesca da dove attingono… ti ringrazio per la lettura e l'analisi. Buona vita!

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  4. Grazie a te per le tue belle poesie. È grazie per l'augurio di buona vita. Un abbraccio.

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