In
un'alba di città qualche giorno fa,un folletto dei monti ( un Twergi
per l'esattezza ) mi venne a svegliare e mi condusse a Costa Hutz.
Per
chi non fosse pratico di leggende alpine e di viaggi magici, sappiate
solo che dopo Baceno andando verso l'Alpe Devero (VB) troverete dei
monti scoscesi che paiono venirti incontro ,talmente scendono ripidi.
Il
richiamo dei monti lo sentivo da tempo,invano zittito dal rombo di
Suv che sfrecciano tronfi e arroganti come pavoni di lamiera.
Il
Twergi credo abbia udito il lamento di un essere umano in cerca di
pace,di un angolo di paradiso,di un'oasi di serenità e così mi ha portato
a camminare lungo un sentiero tra i boschi.
Alla
nostra sinistra pareti di granito venate di rivoli zampillanti di
gelida acqua,alla nostra destra e a perdifiato la vallata e più su
le cime spruzzate di neve marzolina.
Non siamo altissimi , circa 1300
mt,ma già si respira tutta un'altra aria.L'animo si ritempra , nello
sforzo della camminata e dimentica per un pò le preoccupazioni
quotidiane.Il sottofondo della cascata poco distante ci rilassa
ulteriormente ,con il suo ritmo naturale e la presenza rassicurante
del fluido vitale.
Davanti al cartello in legno con scritto "Costa
Hutz" il Twergi mi stringe la mano e si congeda,non prima di
avermi indicato un puntino colorato a qualche centinaio di metri da
noi, un puntino in rapido movimento.
Potevo
scorgere solo una massa di capelli al vento, lunghi e nodosi come cime
di un veliero e una giacca verde mela.
Alessandro
ha vissuto fra queste montagne facendo probabilmente ciò che fecero
i walser (letteralmente "valligiani") secoli fa, quando si trasferirono
dalla Germania per colonizzare queste impervie alture.
Il
rasta mi porta a conoscere la casa d'alpeggio dove ha trascorso
diversi mesi e che , a giudicare già dalla ciclopica chiave in ferro
battuto , potrebbe essere vecchia più d'un secolo.
La
pietra ollare si allea col legno di larice ( sapientemente reso
impermeabile grazie al riciclo dell'olio di cucina ) per creare
costruzioni in perfetta simbiosi paesaggistica.La pietra mi attrae
profondamente,è liscia perloppiù e di un grigio di differenti
sfumature.Se ti ci siedi al sole puoi percepire il calore che ha
catturato.Calore che rilascia anche al cibo che sopra di essa puoi
arrostire, costruendoti per esempio delle fornaci ( come in
Minecraft in modalità sopravvivenza - per i più tecnologici ! ).
Il
pavimento ed il soffitto in legno,la finestra con vista da urlo sui
monti fanno subito pensare alla malga del nonno di Heidi.Ci sono due
camini in pietra grezza,uno a sinistra e l'altro a destra
dell'ingresso.Oggetti antichi ci raccontano delle attività che si
svolgevano qui.Il legno onnipresente e la quasi totale assenza di
plastica rendono unico ogni mestolo,ogni arnese per la lavorazione
del formaggio,ogni cesto per battere i cereali.Noto una rastrelliera
appesa per la conservazione delle pagnotte di pane, una dispensa
scavata nel muro e il camino con la pentola di ferro con l'asse
basculante per rimestare la polenta ...
L'acqua arriva a potenza di
rafting direttamente dalla sorgente al rubinetto e - inutile a dirsi- è
freschissima e purissima.
Pare
che capre,caprioli e cervi di notte amino passeggiare sui tetti delle
case qui ed immagino come possa essere trovarsi a lume di candela
nell'atmosfera alpestre quando intorno tutto è natura selvatica
,senza l'ombra di un sapiens .
Chiedo
al mio ospite come si vive fuori dalla civiltà,senza luce e senza
molte comodità e lui mi parla di un'esistenza certamente dura :
trasportare anche solo un comodino fin lì può diventare un'impresa
ercùlea. Allora si impara a costruirsi da sè i mobili, a coltivare i
legumi e i cereali, a fare il pane, a sotterrare le patate perchè si
conservino, a far seccare la frutta o ad inventarsi il wc con una
sedia bucata. Per farti gli affari del vicino più vicino serve un
binocolo professionale. Se dovessi sentirti male occorre che impari a
calarti con le funi giù dal versante fino a valle.Resti di scheletri
di animali ci ricordano che scivolare è molto più facile di quanto
si pensi e ... sì : in questo paese può capitare di vedere gli
asini che volano... e le mucche anche! Li imbragano per portarli via
in elicottero in casi di emergenza.
Asini
volanti a parte, la magia di questo luogo la si può vivere
semplicemente mettendosi "in ascolto" . Alle narici ti
arrivano profumi di erbe aromatiche selvatiche :
rosmarino, timo, origano, ginepro. Gli occhi sono coccolati dalla
maestosa rassicurante presenza delle cime rocciose. Cammini tra
violette selvatiche e preziosissimi escrementi di ovino .Ti può
capitare di imbatterti in una roccia apparentemente anonima e che
diede rifugio ad un partigiano. Soffermandoti a guardare la cavità
nascosta puoi immaginare dove fosse il suo giaciglio e ritornare per
un attimo a quei tempi epici e difficili quando nascondersi poteva
essere l'unico modo di sopravvivere.
Dunque ,perchè
venire qui , a Costa Hutz ?
Il Twergi me lo ha rivelato lasciandomi
nel palmo della mano un pezzetto di lichene.Tu che leggi questa breve
storia forse la dimenticherai presto , oppure sedimenterà in te
come la voce delle montagne che ti chiamano per ricordarti che non
sei sempre stato una ruotina dell'ingranaggio feroce che ti vede
nascere,lavorare,consumare e morire.Sei un essere umano,fai parte di
un organismo più grande di te e più antico,più saggio ed
autentico.Abbiamo bisogno di sentirci piccoli innanzi alla vastità
del Pianeta che si manifesta a noi e ci sveglia dal torpore di
un'esistenza sempre più virtuale,fin troppo comoda e spesso
sintetica.
C'è
una voce in noi,seguiamola più spesso che possiamo: il ritmo
della natura,il ciclo delle stagioni,il rispetto per la vita.Troviamo
il tempo per noi stessi , nell'ascolto dell'energia che giace come
brace nella parte più "sana" dell'uomo.
Parafrasando
il Mahatma Gandhi ... una voce antica come le montagne.
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Alessandro ( silvestrialessandro@live.it )