Tu sei un aquilone perso,
il filo di pensieri sconci,
un vicolo cieco dell'anima.
Tu sei quello che vorrei,
se fossi uomo, essere.
Tu hai capito la sete,
ne nutrivi le ragioni.
Ti lascio andare: che
pena vederti fuggire
via per sempre, lontano
da queste inutili dita.
Il tuo volo mi paga
in attimi di serene
lacrime e c'è altro.
Un diverso piacere,
al di là dei corpi.
Un sentire di pieno spirito.
Ne sono entrata appena
e già tutto è cambiato.
Guarda i miei occhi:
ora splendono, sono
gocce di infinito.