domenica 22 ottobre 2017

Ed uscì nell'alba ...

Non era facile avere una personalità come la sua,lo sapeva anche fin troppo bene.Raggiungere le stelle e sentirsi colmi di un'energia di cui sfugge l'origine,creare dal nulla,spingere lo sguardo fin dentro l'osso delle cose,vedere più in là,sfiorare la preveggenza,toccare con mano la sintonia con l'Infinito.Tutto ciò rimanendo seduti su una sedia.
Capì presto che il biglietto da pagare era salato:enormi vuoti d'aria,rabbie esplosive,vertigini e schifo da contatto umano,repellenza ed aspettative esagerate.
Smise di cercare un guru,una chiesa,una droga,una bottiglia,una pastiglia,un amico o un amore,una musica o un libro,un clima favorevole o un contesto adatti.
Rifiutò la salvezza,accettò la dannazione.
Fece suo quel dolore al petto,nè ingoiò ogni maledetta lacrima,si esercitò per arginare quell'onda d'urto devastatrice,conservando via via pezzi sempre più consistenti di sè.
Perchè la parte più difficile viene dopo,e fu chiaro che poter contare almeno su qualche brandello di quello che eravamo ci offre la base per ricostruire,l'humus umano per così dire.
Si tirò su,scrollando la testa come si fa da ragazzi uscendo dall'acqua del mare.
Sapeva che l'onda l'aspettava dietro l'angolo,ma quella fottuta paura doveva essere domata,per dio!Come quando il suo cane cercava di liberarsi dal guinzaglio,quel cane che aveva il triplo della sua forza e dei suoi muscoli bambini,ma l'aveva sempre tenuto,puntando i piedi,usando una voce che nemmeno sapeva di avere,con grinta e coraggio.
Il coraggio...o ce l'hai o è meglio che impari a chinare la testa.
S'infilò le scarpe ed uscì nell'alba sorella di una notte di pioggia.

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