Combatteresti per me?
Il bimbo non rispose.
I suoi occhi
volavano lontano
da quella guerra,
dalla terra seccata.
Il vecchio ,bianco,
sorrise e si lasciò
come un giunco
cadere nel fango.
Non pianse ,
non una lacrima
sprecava, ma un dente
quello usó .
Fischia ragazzo
che ti sentano!
Un solo dente
per vivere
o almeno
ridere,
domani!
domenica 22 ottobre 2017
Ed uscì nell'alba ...
Non era facile avere una personalità come la sua,lo sapeva anche fin
troppo bene.Raggiungere le stelle e sentirsi colmi di un'energia di cui
sfugge l'origine,creare dal nulla,spingere lo sguardo fin dentro l'osso
delle cose,vedere più in là,sfiorare la preveggenza,toccare con mano la
sintonia con l'Infinito.Tutto ciò rimanendo seduti su una sedia.
Capì presto che il biglietto da pagare era salato:enormi vuoti d'aria,rabbie esplosive,vertigini e schifo da contatto umano,repellenza ed aspettative esagerate.
Smise di cercare un guru,una chiesa,una droga,una bottiglia,una pastiglia,un amico o un amore,una musica o un libro,un clima favorevole o un contesto adatti.
Rifiutò la salvezza,accettò la dannazione.
Fece suo quel dolore al petto,nè ingoiò ogni maledetta lacrima,si esercitò per arginare quell'onda d'urto devastatrice,conservando via via pezzi sempre più consistenti di sè.
Perchè la parte più difficile viene dopo,e fu chiaro che poter contare almeno su qualche brandello di quello che eravamo ci offre la base per ricostruire,l'humus umano per così dire.
Si tirò su,scrollando la testa come si fa da ragazzi uscendo dall'acqua del mare.
Sapeva che l'onda l'aspettava dietro l'angolo,ma quella fottuta paura doveva essere domata,per dio!Come quando il suo cane cercava di liberarsi dal guinzaglio,quel cane che aveva il triplo della sua forza e dei suoi muscoli bambini,ma l'aveva sempre tenuto,puntando i piedi,usando una voce che nemmeno sapeva di avere,con grinta e coraggio.
Il coraggio...o ce l'hai o è meglio che impari a chinare la testa.
S'infilò le scarpe ed uscì nell'alba sorella di una notte di pioggia.
Capì presto che il biglietto da pagare era salato:enormi vuoti d'aria,rabbie esplosive,vertigini e schifo da contatto umano,repellenza ed aspettative esagerate.
Smise di cercare un guru,una chiesa,una droga,una bottiglia,una pastiglia,un amico o un amore,una musica o un libro,un clima favorevole o un contesto adatti.
Rifiutò la salvezza,accettò la dannazione.
Fece suo quel dolore al petto,nè ingoiò ogni maledetta lacrima,si esercitò per arginare quell'onda d'urto devastatrice,conservando via via pezzi sempre più consistenti di sè.
Perchè la parte più difficile viene dopo,e fu chiaro che poter contare almeno su qualche brandello di quello che eravamo ci offre la base per ricostruire,l'humus umano per così dire.
Si tirò su,scrollando la testa come si fa da ragazzi uscendo dall'acqua del mare.
Sapeva che l'onda l'aspettava dietro l'angolo,ma quella fottuta paura doveva essere domata,per dio!Come quando il suo cane cercava di liberarsi dal guinzaglio,quel cane che aveva il triplo della sua forza e dei suoi muscoli bambini,ma l'aveva sempre tenuto,puntando i piedi,usando una voce che nemmeno sapeva di avere,con grinta e coraggio.
Il coraggio...o ce l'hai o è meglio che impari a chinare la testa.
S'infilò le scarpe ed uscì nell'alba sorella di una notte di pioggia.
Silenziatore
E datemi un silenziatore,
un po' di ovatta,
che io non senta più
battere questo mio cuore!
Senza tregua sbatte
per uno che non sa,
per uno che uomo non è,
ma fiera senza dubbio cieca.
Solo un cieco non vedrebbe,
dipinta sul mio volto,
la solitudine che mi doni
a piene mani generoso.
Sorda sarà e spenta
la mia vita così
un triste sorriso a volte
a ricordarmi che mi pensi,
un languido scorre ora
rivo di lacrima e singhiozzi
muti nella notte mi spettano.
un po' di ovatta,
che io non senta più
battere questo mio cuore!
Senza tregua sbatte
per uno che non sa,
per uno che uomo non è,
ma fiera senza dubbio cieca.
Solo un cieco non vedrebbe,
dipinta sul mio volto,
la solitudine che mi doni
a piene mani generoso.
Sorda sarà e spenta
la mia vita così
un triste sorriso a volte
a ricordarmi che mi pensi,
un languido scorre ora
rivo di lacrima e singhiozzi
muti nella notte mi spettano.
Il pavone
Eri solo il riflesso
d'un sogno di gesso.
Io son fatta di vero,
per brutta che sia,
non mi lascio comprare
da un po' di magia.
Se non vedi me dentro
e questa bellezza mia,
mi fai tenerezza
e non più antipatia.
Corri pure il rodeo,
suda,sfiancati ancora :
non ti offro il mio braccio,
pavonéggiati altrove!
d'un sogno di gesso.
Io son fatta di vero,
per brutta che sia,
non mi lascio comprare
da un po' di magia.
Se non vedi me dentro
e questa bellezza mia,
mi fai tenerezza
e non più antipatia.
Corri pure il rodeo,
suda,sfiancati ancora :
non ti offro il mio braccio,
pavonéggiati altrove!
Speranze infinite
Vorrei che questa brezza
non cessasse adesso ,
sento in alto i piedi
e la testa nello spazio.
Non voglio te ,
lasciatemi libera
leggera e nitida.
Il corpo non esiste ,
la paura non conta ,
l'amore è universale :
anime che implorano
di lasciarle volare.
Abbandono oggi
quella che ieri ero.
Rinasco alla fonte
scelgo la via in salita ,
la cima non vedo ,
non odo i richiami.
Ci sono segnali :
la bimba felice ,
la vita nelle vite
e speranze ,Cristo!,
speranze infinite.
non cessasse adesso ,
sento in alto i piedi
e la testa nello spazio.
Non voglio te ,
lasciatemi libera
leggera e nitida.
Il corpo non esiste ,
la paura non conta ,
l'amore è universale :
anime che implorano
di lasciarle volare.
Abbandono oggi
quella che ieri ero.
Rinasco alla fonte
scelgo la via in salita ,
la cima non vedo ,
non odo i richiami.
Ci sono segnali :
la bimba felice ,
la vita nelle vite
e speranze ,Cristo!,
speranze infinite.
Falene le luci d'estate
Amai te in silenzio,
muta così ora ti perdo ;
perché tutti sanno ?
Ah ,mi strapperei questi occhi
che non vogliono illudere
eppure lo fanno :
falene le luci d'estate le notti
invano occultate.
muta così ora ti perdo ;
perché tutti sanno ?
Ah ,mi strapperei questi occhi
che non vogliono illudere
eppure lo fanno :
falene le luci d'estate le notti
invano occultate.
A ciò che è andato (e che non tornerà)
Non toccarmi qui
dove il taglio è vivo.
Non resta molto
a chi ha perso un sogno.
Cerca riparo o
la mia ira torva
ti trascinerà via.
Pensavi fossi rosa ,
morbida , duttile .
In realtà son anche
fuoco e tuono e argilla.
Quel che hai creato ,
e davvero grazie , vivrà
in eterno lo so.
La tua faccia scompare
coperta d'inchiostro nero ,
ma il nero non è abbastanza.
Cerco un colore
che mi porti indietro e fuori
e lontano lontanissimo.
Via è giusto e via sarà .
dove il taglio è vivo.
Non resta molto
a chi ha perso un sogno.
Cerca riparo o
la mia ira torva
ti trascinerà via.
Pensavi fossi rosa ,
morbida , duttile .
In realtà son anche
fuoco e tuono e argilla.
Quel che hai creato ,
e davvero grazie , vivrà
in eterno lo so.
La tua faccia scompare
coperta d'inchiostro nero ,
ma il nero non è abbastanza.
Cerco un colore
che mi porti indietro e fuori
e lontano lontanissimo.
Via è giusto e via sarà .
Iscriviti a:
Post (Atom)
Arriverà l'autunno
Arriverà l'autunno, con le piogge e i suoi odori ed io ti avrò scordato. Perché mi attraversasti il cuore in lungo e in largo, senza a...
-
Una delle mie preferite , per testo ,immagini e musica. Le parole son scelte con cura , ti senti dentro alla storia narrata , riesci pe...
-
Conobbi Fabio Miani una decina di anni fa , a Milano ,al Ripa 90 . Si esibiva con la sua band e mi colpi' molto per la presenza s...
-
Non servono molte parole per introdurre questo pezzo , una poesia più che una canzone . Un dialogo appassionato con il dolore , compagn...