Fo una pagnotta di questo cuore,
l'avvolgo e lo lancio lí dove sei.
Solo, perso e pesante come noi,
non mi serve più e non lo voglio.
Conosci il dolore, lo abiti.
Fratello mia voce, come stai?
Vorrei poggiarti questi versi
in grembo, tessuti per starti
accanto, come io non posso.
Una carezza, lieve tocco
di polpastrelli che corrono.
Si tornerà a cantare,
nelle serate allunate.
L' universo e le sue regole,
le cicatrici che c'impone
a fuoco impresse più volte,
il ghigno di un satiro,
caos e splendida vita.
Ma niente lui sfiora,
un destino che insegui
lo rese eterno fanciullo.
Può contare su noi due,
non lo lasceremo mai,
in un angolo.